Martedì 26 Maggio
"Pornostar tedesca sfida il Guinness del sesso orale. Ma uno svenimento al 75esimo maschio manda tutto in fumo.
Voleva sfondare, passare dalla celebrità di nicchia dei film hard tedeschi alla notorietà internazionale. Trattandosi di una pornodiva, però, le possibilità non erano molte, così Caroline W, in arte Sexy Cora, ha scelto: avrebbe tentato di battere il record del maggior numero di rapporti orali consecutivi. Ha convocato 200 "assistenti" in un sexy shop nel quartiere a luci rosse di Amburgo e ha cominciato l'impresa. Ma qualcosa è andato storto.Dopo 50 minuti di intensa attività - tutto era rigorosamente anonimo, con i "beneficiari" celati da una parete dalla quale spuntava solo "l'oggetto della prova" - e 22 uomini portati all'eiaculazione su 75, il sistema cardiocircolatorio della 20enne pornodiva ha detto basta. Cora, una esile ragazza di 157 cm d'altezza per 47 chili di peso, ha avuto forti giramenti di testa accompagnati da difficoltà respiratorie (!) e ha dovuto abbandonare il tentativo, lasciando insoddisfatti i maschi ancora in attesa."
Questa notizia, apparsa in rete martedì mattina, ha già fatto il giro del mondo.
Alcune voci di corridoio lasciano trapelare che il 76esimo uomo in attesa di ricevere il simpatico servizio fosse un certo Marco Lorenzini. Si spiega così la sua misteriosa assenza dal bar di lunedì pomeriggio. Marco, partito per la Germania nella tarda mattinata di lunedì con buoni propositi, anche stavolta l'ha preso nel culo! Ma a questo giro non in senso metaforico. E' stato infatti vittima degli altri componenti della carovana, i quali abbastanza spazientiti dall'accaduto, si sono rifatti sul primo della fila. Che colpo di culo!
L'ULTIMA DI FATMIR: Come gli verranno fuori nessuno lo sa. "Domani in finale di Champions giocherà mio nipote. Si chiama Dervishi". La gente, guardandosi intorno sbigottita, ha chiesto spiegazioni. "L'ho chiamato, è in albergo a Roma, ma non lo fanno uscire. E' di origine albanese, ma è cresciuto in Italia ed ora gioca in squadra con l'altro ragazzo italiano del Manchester (Macheda n.d.r.), se domani vinceranno due o tre a zero a cinque minuti dalla fine lo faranno entrare. E' mio nipote!!!".
martedì 26 maggio 2009
venerdì 15 maggio 2009
ME GUSTA ESTATHE
Come un attentissimo lettore ha fatto notare, il sondaggio lanciato da Sandrone e valido per decidere le mie sorti ha dato un risultato forte e chiaro. Ed io, da vero uomo d'onore, ho rispettato le decisioni dei votanti e mi sono subito imbarcato sul primo volo per il sud America. Le civiltà Maya e Azteche si sono mostrate subito cordialissime, concedendomi l'unico computer del villaggio per potermi mettere in contatto con voi. Credo abbiano però l'intenzione di mangiarmi vivo entro la settimana prossima, quindi nel caso non avessimo modo di risentirci delego Andrea Chellini a fare il vaglia necessario per la vacanza di Riccione, e siccome nessuno ha ancora dato i soldi, è pregato di anticipare l'intera somma, che gli sarà restituita quasi sicuramente dagli altri componenti della spedizione. Al mio posto potete tranquillamente portarvi Erica, sempre che il suo partner sia d'accordo. Sopra le mie attuali sembianze.
Nel frattempo è giusto segnalare anche le altre organizzazioni estive riuscite a raggiungere un ottimo livello di ufficialità. A due anni di distanza dalla prima e sconvolgente avventura cinque componenti del Bdc (di cui tre superstiti) hanno deciso di ritentare un escursione in Sardegna. Sandrone, Daniele e Marco, supportati dalle due new entri femminili Ganfini e Burri, ripartiranno quindi alla conquista della costa smeralda. L'unico pericolo in grado di far tremare le gambe a molti è che il Rossi proponga di percorrere una qualsiasi strada, fatto in grado di causare scomodi tour notturni nell'entroterra sardo. Ma per un alba così...
L'altra "vacanza" già programmata è quella tra Erica e Chino in Croazia. Voci provenienti direttamente da Cecina rivelano che la prenotazione è stata effettuata ancor prima che il povero Chino fosse messo al corrente, come punizione per la sua adesione alla trasferta di Riccione, capitata per l'appunto proprio nei giorni del saggio di Erica. Al ragazzo di Montarioso non è rimasto altro che prendere atto della decisione della consorte. Senza fiatare.
lunedì 11 maggio 2009
CHELLINI RETRO-CESSO
Era successo a Marco l'altro giorno, punito da uno spagnolo stempiato al 93', si era rifiutato categoricamente di parlare di Chelsea. Così gli è stato immediatamente dedicato un articolo severo e crudele, giusto per fargli perdere ulteriormente la calma.
Ieri, Andrea Chellini, terzino di spinta del Gracciano, era di scena nel ritorno della classicissima Gracciano-Urbino Taccola, valevole per evitare la retrocessione in prima categoria e costretto a rimontare lo 0-1 dell'andata. Passato in vantaggio all'88', è stato clamorosamente rimontato ancora al 93'. Anche lui si è rifiutato nel modo più assoluto di parlare di questa atroce beffa. Ed è quindi giusto che tutta Italia sappia della sua indiscutibile disfatta sportiva. "Voglio chiedere l'aumento, ci siamo salvati" ripeteva convinto poche settimane fa, prima dell'inaspettato crollo finale. Che l'imminente torneo di Vagliagli gli abbia tolto le energie psicofisiche necessarie a sostenere l'impegnativo finale di stagione? Che la prenotazione per Riccione lo abbia già proiettato con la testa sull'Adriatico? Nessuno sa cosa ci sia dietro alla sua più grande delusione calcistica, fatto sta che la retrocessione in casa Chellini avrà ripercussioni più grosse di quanto si possa pensare. "Domani non vai al lavoro!" Gli gridava la madre dalla cucina "Ma mamma!!". "Niente ma, guarda tua sorella, l'hai mai vista retrocedere?". E il povero Andrea era costretto a rinchiudersi in camera, ma non essendo al lavoro, non ha tutti gli strumenti con i quali si diverte davanti al computer. Per raggiungere la sua dolce metà è stato costretto a lanciarsi dalla finestra e sfondando il tettino della macchina, si è ritrovato direttamente al posto di guida. Dopo una simile impresa atletica è apparsa nel suo volto la tipica espressione da ebete soddisfatto. Solo chi lo conosce bene può capire e già se lo immagina al volante felice e contento.
Ma i guai non sono finiti. La su citta infatti, dopo aver ricevuto la terribile notizia, lo ha lasciato seduta stante, dando finalmente ragione al commento lasciato il 14 maggio del 2008 da un anonimo lettore: "andre tanto caterina non te la dà! lasciala sta quella spastica!!!!!!!non mi firmo neanche perché sai già chi sono!" e menomale un ti sei firmato/a...
Dopo le ultime analisi è facilmente ipotizzabile come per i ragazzi del 93' si stiano avvicinando tempi duri, durissimi, e nessuno può sapere se ce la faranno mai a superarli... Bona
A fianco gli ultras del Gracciano. Nella fotografia si può notare tutta la rabbia sfogata contro società, allenatore e giocatori dopo il triste epilogo di stagione
Ieri, Andrea Chellini, terzino di spinta del Gracciano, era di scena nel ritorno della classicissima Gracciano-Urbino Taccola, valevole per evitare la retrocessione in prima categoria e costretto a rimontare lo 0-1 dell'andata. Passato in vantaggio all'88', è stato clamorosamente rimontato ancora al 93'. Anche lui si è rifiutato nel modo più assoluto di parlare di questa atroce beffa. Ed è quindi giusto che tutta Italia sappia della sua indiscutibile disfatta sportiva. "Voglio chiedere l'aumento, ci siamo salvati" ripeteva convinto poche settimane fa, prima dell'inaspettato crollo finale. Che l'imminente torneo di Vagliagli gli abbia tolto le energie psicofisiche necessarie a sostenere l'impegnativo finale di stagione? Che la prenotazione per Riccione lo abbia già proiettato con la testa sull'Adriatico? Nessuno sa cosa ci sia dietro alla sua più grande delusione calcistica, fatto sta che la retrocessione in casa Chellini avrà ripercussioni più grosse di quanto si possa pensare. "Domani non vai al lavoro!" Gli gridava la madre dalla cucina "Ma mamma!!". "Niente ma, guarda tua sorella, l'hai mai vista retrocedere?". E il povero Andrea era costretto a rinchiudersi in camera, ma non essendo al lavoro, non ha tutti gli strumenti con i quali si diverte davanti al computer. Per raggiungere la sua dolce metà è stato costretto a lanciarsi dalla finestra e sfondando il tettino della macchina, si è ritrovato direttamente al posto di guida. Dopo una simile impresa atletica è apparsa nel suo volto la tipica espressione da ebete soddisfatto. Solo chi lo conosce bene può capire e già se lo immagina al volante felice e contento.
Ma i guai non sono finiti. La su citta infatti, dopo aver ricevuto la terribile notizia, lo ha lasciato seduta stante, dando finalmente ragione al commento lasciato il 14 maggio del 2008 da un anonimo lettore: "andre tanto caterina non te la dà! lasciala sta quella spastica!!!!!!!non mi firmo neanche perché sai già chi sono!" e menomale un ti sei firmato/a...
Dopo le ultime analisi è facilmente ipotizzabile come per i ragazzi del 93' si stiano avvicinando tempi duri, durissimi, e nessuno può sapere se ce la faranno mai a superarli... Bona
A fianco gli ultras del Gracciano. Nella fotografia si può notare tutta la rabbia sfogata contro società, allenatore e giocatori dopo il triste epilogo di stagione
sabato 9 maggio 2009
LA STRANA COPPIA
In diretta dall'aeroporto di Fiumicino, da quale mi sto per imbarcare definitivamente per Città del Messico. Sono collegato tramite un internet point messo a disposizione dei clienti portatori di malattie mortali, e sono isolato dal resto dei viaggiatori da una protezione in plexiglas dallo spessore di 30 cm. Nonostante le mie condizioni ormai al limite mi sento in dovere di soffermare le mie ultime energie mentali sul filo conduttore che lega i due personaggi sotto identificati.
Marco Lorenzini ( Siena, 13 Ottobre 1987 ) e Tom Henning Øvrebø (Oslo, 26 Giugno 1966). Notate nessuna somiglianza?
Essi sono in realtà la stessa persona, ma il secondo, per poter esercitare la professione di arbitro, ha dovuto eliminare dal proprio corpo la sua metà malvagia, reincarnatasi anni dopo nel primo, un ragazzo dall'aspetto tranquillo e mansueto ma dal cuore malvagio e impuro. Mercoledì scorso, un tragico scherzo del destino gli ha messi indirettamente di fronte. Ovrebo, arbitro norvegese di ottima taratura, è stato chiamato a dirigere la semifinale di Champions tra Chelsea (la squadra del cuore di Marco) e il Barcellona. Quale migliore occasione per vendicarsi della sua metà che tanto lo ha fatto soffrire in passato? E così si è consumata, in un piatto freddo e servito dopo cena, la rivincita più attesa e meritata, scaturita per la cronaca in un arbitraggio alquanto avverso alla squadra londinese. Marco ovviamente ha perso il sonno, tanto che ancora oggi soffre di attacchi di panico durante tutto l'arco della giornata. Si è rinchiuso in camera, sotto le coperte e mangia soltanto una confezione di pistacchi da stadio al giorno; questa particolare dieta gli ha fatto perdere 12 chili in pochissimo tempo. Ovrebo nella vita di tutti i giorni esercita la professione di psicologo. Che il prossimo paziente sia proprio la sua indigesta metà?
Marco Lorenzini ( Siena, 13 Ottobre 1987 ) e Tom Henning Øvrebø (Oslo, 26 Giugno 1966). Notate nessuna somiglianza?
Essi sono in realtà la stessa persona, ma il secondo, per poter esercitare la professione di arbitro, ha dovuto eliminare dal proprio corpo la sua metà malvagia, reincarnatasi anni dopo nel primo, un ragazzo dall'aspetto tranquillo e mansueto ma dal cuore malvagio e impuro. Mercoledì scorso, un tragico scherzo del destino gli ha messi indirettamente di fronte. Ovrebo, arbitro norvegese di ottima taratura, è stato chiamato a dirigere la semifinale di Champions tra Chelsea (la squadra del cuore di Marco) e il Barcellona. Quale migliore occasione per vendicarsi della sua metà che tanto lo ha fatto soffrire in passato? E così si è consumata, in un piatto freddo e servito dopo cena, la rivincita più attesa e meritata, scaturita per la cronaca in un arbitraggio alquanto avverso alla squadra londinese. Marco ovviamente ha perso il sonno, tanto che ancora oggi soffre di attacchi di panico durante tutto l'arco della giornata. Si è rinchiuso in camera, sotto le coperte e mangia soltanto una confezione di pistacchi da stadio al giorno; questa particolare dieta gli ha fatto perdere 12 chili in pochissimo tempo. Ovrebo nella vita di tutti i giorni esercita la professione di psicologo. Che il prossimo paziente sia proprio la sua indigesta metà?
venerdì 1 maggio 2009
UN LUSTRO DI GLORIA (PARTE I) IL BAR
Ideato e realizzato da Lorenzo Bartali
"Estate 2004: il caldo invade la città, difficile fuggirne. La sera la vita prosegue come sempre, la solita fiera gastronomica, la solita routine, i soliti noti. Ma quando il sole è alto tutto ciò è tabù, e le ore calde dell'immediato dopopranzo sono terra di nessuno; troppo presto per giocare a carte, troppo presto per aprire i negozi(ma giusto momento per andarsene in ferie), troppo presto per aggirarsi senza una vera meta per le anguste strade dei cappuccini.C'è un incrocio di quattro strade, là, proprio sotto la cinta che delimita il lato sud del convento, dove da quella finestra dalla luce eternamente accesa si può ammirare l'appuntita fisionomia del centro cittadino. E' facile immaginarsi l'incrocio, capeggiato da uno spiazzo abbastanza ampio da ospitare una costruzione con un paio di esercizi, uno dei quali è il famigerato Bar, così nascosto e così palese, perennemente spalleggiato dal proprio affascinante, nudo gazebo. Lì al Bar ci sono ampi posteggi(anche un muro) per motorini, un biliardino e tanta tanta libertà di azione. Lì è possibile caricare in due o tre su un qualunque mezzo per andare a prendere l'acqua necessaria ai propri scopi alla fontanina del solito convento. Si può giocare e divertirsi tutto il lungo pomeriggio solo con otto stecche antropomorfizzate, qualche pagina di giornale e cinquanta centesimi. Lì si può "passare sotto" indisturbati, dopo tornei infiniti e capotti sudati. Se la polvere del campetto sovrastante è troppo fastidiosa, si può tranquillamente sistemare due sedie a porte da calcio nella via attigua e si può anche romperle, e sempre tranquillamente si può rimediare al danno senza alcuno sforzo, donandole al leggendario "là dov'è tutto il resto". E nessuno ti disturba, nemmeno se prendi il pieno possesso del luogo per metterti a disegnare e poi a realizzare le prime e storiche maglie del BdC, caratterizzate dall'anticonformista "freccia all'ingiù". Tutto ha un'aria diversa, e raramente si sceglie, perché è decisamente più probabile, senza alcuna logica apparente, essere scelti. Lì, ormai da quasi un lustro, c'è un ritrovo di ragazzi allora sedicenni, che sempre lì iniziano e spesso concludono il tempo passato insieme. Lì, un giorno come l'11 agosto, quando le stelle cadono direttamente nel campo, nessuno può evitare l'inevitabile."
il capitano
"Estate 2004: il caldo invade la città, difficile fuggirne. La sera la vita prosegue come sempre, la solita fiera gastronomica, la solita routine, i soliti noti. Ma quando il sole è alto tutto ciò è tabù, e le ore calde dell'immediato dopopranzo sono terra di nessuno; troppo presto per giocare a carte, troppo presto per aprire i negozi(ma giusto momento per andarsene in ferie), troppo presto per aggirarsi senza una vera meta per le anguste strade dei cappuccini.C'è un incrocio di quattro strade, là, proprio sotto la cinta che delimita il lato sud del convento, dove da quella finestra dalla luce eternamente accesa si può ammirare l'appuntita fisionomia del centro cittadino. E' facile immaginarsi l'incrocio, capeggiato da uno spiazzo abbastanza ampio da ospitare una costruzione con un paio di esercizi, uno dei quali è il famigerato Bar, così nascosto e così palese, perennemente spalleggiato dal proprio affascinante, nudo gazebo. Lì al Bar ci sono ampi posteggi(anche un muro) per motorini, un biliardino e tanta tanta libertà di azione. Lì è possibile caricare in due o tre su un qualunque mezzo per andare a prendere l'acqua necessaria ai propri scopi alla fontanina del solito convento. Si può giocare e divertirsi tutto il lungo pomeriggio solo con otto stecche antropomorfizzate, qualche pagina di giornale e cinquanta centesimi. Lì si può "passare sotto" indisturbati, dopo tornei infiniti e capotti sudati. Se la polvere del campetto sovrastante è troppo fastidiosa, si può tranquillamente sistemare due sedie a porte da calcio nella via attigua e si può anche romperle, e sempre tranquillamente si può rimediare al danno senza alcuno sforzo, donandole al leggendario "là dov'è tutto il resto". E nessuno ti disturba, nemmeno se prendi il pieno possesso del luogo per metterti a disegnare e poi a realizzare le prime e storiche maglie del BdC, caratterizzate dall'anticonformista "freccia all'ingiù". Tutto ha un'aria diversa, e raramente si sceglie, perché è decisamente più probabile, senza alcuna logica apparente, essere scelti. Lì, ormai da quasi un lustro, c'è un ritrovo di ragazzi allora sedicenni, che sempre lì iniziano e spesso concludono il tempo passato insieme. Lì, un giorno come l'11 agosto, quando le stelle cadono direttamente nel campo, nessuno può evitare l'inevitabile."
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