giovedì 19 maggio 2011
LETTERA A G
Nessuna parola verrà aggiunta a quanto successo negli ultimi giorni. Vi lascio solo questa bella canzone, ripresa da un live di ligabue di qualche anno fa. Si intitola appunto Lettera a G
"Fai buon viaggio e poi , poi riposa se puoi..."
domenica 1 maggio 2011
IL PICCIONE CHE NON SAPEVA VOLARE
Giovedì scorso mi recai a un after dinner in birreria, per festeggiare la laurea appena conseguita da Giulia Cencioni. Nel fare i complimenti a una delle tante vecchie avventatrici del bar, nonché ad una delle duecento persone ad aver dormito nella casa dei Salvini, mi sono imbattuto nell'importante momento dello scarto dei regali, che compagni di università o amiche le avevano fatto.
In quel preciso frangente mi è ritornato alla mente uno dei regali più assurdi mai stati fatto, proprio a lei, e partorito da due menti decisamente malate!
Era il 13 di maggio del 2003 , il giorno successivo Giulia avrebbe festeggiato il suo 15esimo compleanno , e per l'occasione aveva invitato tutti a cena in un ristorante in piazza del campo.
Tra gli invitati anche il sottoscritto (al tempo suo compagno di classe) e Alessio Spadoni. Io e lo Spado decidemmo così di farle il regalo insieme, ma le idee non venivano a galla e a un solo giorno dalla cena eravamo ancora a mani vuote. Non ci bastava un paio d'orecchini, una collanina o una borsa, di quelle che dopo 3 mesi nemmeno ti ricordi più chi te l'ha regalate. Volevamo qualcosa che sapesse colpire nel segno.
In quei tempi la nostra amica stava iniziando a bazzicare con Andrea DeFalco, anche lui nostro compagno di classe, e tra un'idea e un'altra qualcuno se ne uscì con un mirabolante
"Perché non le si compra un falco vero?!?"
"Si, e dove si compra dall'uccellaio? Ahahahahah"
"Ahahahahahaha"
Quaranta minuti dopo eravamo al negozio dell'uccellaio in viale cavour, a osservare le gabbie cercando qualcosa che assomigliasse vagamente a un rapace. Niente , non c'era (ma va'...)!!!! Ma ormai eravamo in ballo , e non potevamo più tornare indietro da una probabilissima figura di merda.
Dopo una lunga e attenta selezione , e dopo svariati minuti di cinguettii negli orecchi trovammo quello che faceva al caso nostro. Non so se era più un piccione vestito da colomba o una colomba decisamente ingiallita. Fatto sta che ce la facemmo mettere in uno scatolone e la portammo via. Nel caricarla nella pedana del motorino mi scivolò in terra almeno un paio di volte, ma riuscii in qualche modo a condurla a casa sana e salva. Nella notte mi presi addirittura cura di lei, dandole viveri a sufficienza per sopravvivere almeno sino alla sera dopo.
Il giorno dopo, il gran giorno, dopo altri drammatici tentativi di trasportarla in motorino , rivestimmo la scatola di carta regalo, lasciando giusto un paio di buchi per non far soffocare la bestia. E per non farci mancare niente attaccammo pure un bigliettino di auguri che diceva così:
"NON SARA' UN FALCO , MA E' PUR SEMPRE UN UCCELLO! AUGURI!"
A volte la poesia fa veramente miracoli...
Il regalo , così bello infiocchettato , fu portato al ristorante tra la curiosità degli invitati che si interrogavano senza riuscire a capire cosa diavolo ci poteva essere saltato in testa.
Fu aperto sul tavolino del ristorante tra gente che rideva, che non capiva o che scuoteva ripetutamente la testa. La colomba aveva trovato una nuova casa.
Ma il babbo di Giulia giustamente non aveva alcuna intenzione di tenere uccelli, soprattutto brutti, a giro per la casa, e la mattina successiva provò a darle la libertà lanciandola dalla finestra. Qui la storia finisce.
Le prime voci che ci arrivarono parlavano della colomba, la quale decisamente disiorientata, si era stampata nel primo albero che le si era parato davanti, cadendo a terra prima di vita.
Altre la volevano librata in volo, sembrava addirittura che avesse fatto un nido proprio davanti a casa di Giulia, e la mattina entrava pure in casa a fare colazione.
A me piace vederla ancora in giro, svolazzante e libera, mentre va a mangiare le briciole sotto le terrazze... Si sarà scordata di quella divertente serata, ma posso e devo ringraziarla per avermi permesso raccontare questa storia a 8 anni di distanza!
Ah ovviamente per non sbagliare l'altra sera mi sono presentato senza regalo!!! BONA
Da notare la somiglianza dell'acconciatura.
Vedi marco.. non è un problema di taglio di capelli! Secondo me ti manca un bel vestitino rosso!!!
In quel preciso frangente mi è ritornato alla mente uno dei regali più assurdi mai stati fatto, proprio a lei, e partorito da due menti decisamente malate!
Era il 13 di maggio del 2003 , il giorno successivo Giulia avrebbe festeggiato il suo 15esimo compleanno , e per l'occasione aveva invitato tutti a cena in un ristorante in piazza del campo.
Tra gli invitati anche il sottoscritto (al tempo suo compagno di classe) e Alessio Spadoni. Io e lo Spado decidemmo così di farle il regalo insieme, ma le idee non venivano a galla e a un solo giorno dalla cena eravamo ancora a mani vuote. Non ci bastava un paio d'orecchini, una collanina o una borsa, di quelle che dopo 3 mesi nemmeno ti ricordi più chi te l'ha regalate. Volevamo qualcosa che sapesse colpire nel segno.
In quei tempi la nostra amica stava iniziando a bazzicare con Andrea DeFalco, anche lui nostro compagno di classe, e tra un'idea e un'altra qualcuno se ne uscì con un mirabolante
"Perché non le si compra un falco vero?!?"
"Si, e dove si compra dall'uccellaio? Ahahahahah"
"Ahahahahahaha"
Quaranta minuti dopo eravamo al negozio dell'uccellaio in viale cavour, a osservare le gabbie cercando qualcosa che assomigliasse vagamente a un rapace. Niente , non c'era (ma va'...)!!!! Ma ormai eravamo in ballo , e non potevamo più tornare indietro da una probabilissima figura di merda.
Dopo una lunga e attenta selezione , e dopo svariati minuti di cinguettii negli orecchi trovammo quello che faceva al caso nostro. Non so se era più un piccione vestito da colomba o una colomba decisamente ingiallita. Fatto sta che ce la facemmo mettere in uno scatolone e la portammo via. Nel caricarla nella pedana del motorino mi scivolò in terra almeno un paio di volte, ma riuscii in qualche modo a condurla a casa sana e salva. Nella notte mi presi addirittura cura di lei, dandole viveri a sufficienza per sopravvivere almeno sino alla sera dopo.
Il giorno dopo, il gran giorno, dopo altri drammatici tentativi di trasportarla in motorino , rivestimmo la scatola di carta regalo, lasciando giusto un paio di buchi per non far soffocare la bestia. E per non farci mancare niente attaccammo pure un bigliettino di auguri che diceva così:
"NON SARA' UN FALCO , MA E' PUR SEMPRE UN UCCELLO! AUGURI!"
A volte la poesia fa veramente miracoli...
Il regalo , così bello infiocchettato , fu portato al ristorante tra la curiosità degli invitati che si interrogavano senza riuscire a capire cosa diavolo ci poteva essere saltato in testa.
Fu aperto sul tavolino del ristorante tra gente che rideva, che non capiva o che scuoteva ripetutamente la testa. La colomba aveva trovato una nuova casa.
Ma il babbo di Giulia giustamente non aveva alcuna intenzione di tenere uccelli, soprattutto brutti, a giro per la casa, e la mattina successiva provò a darle la libertà lanciandola dalla finestra. Qui la storia finisce.
Le prime voci che ci arrivarono parlavano della colomba, la quale decisamente disiorientata, si era stampata nel primo albero che le si era parato davanti, cadendo a terra prima di vita.
Altre la volevano librata in volo, sembrava addirittura che avesse fatto un nido proprio davanti a casa di Giulia, e la mattina entrava pure in casa a fare colazione.
A me piace vederla ancora in giro, svolazzante e libera, mentre va a mangiare le briciole sotto le terrazze... Si sarà scordata di quella divertente serata, ma posso e devo ringraziarla per avermi permesso raccontare questa storia a 8 anni di distanza!
Ah ovviamente per non sbagliare l'altra sera mi sono presentato senza regalo!!! BONA
Da notare la somiglianza dell'acconciatura.
Vedi marco.. non è un problema di taglio di capelli! Secondo me ti manca un bel vestitino rosso!!!
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